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giovedì 7 gennaio 2010

Gli amorevoli Craxi e Berlusconi si riabilitano a vicenda



Emendamento all'articolo 1 della Costituzione:
L'Italia è una Repubblica privata fondata sulla corruzione

Traduzione dell'articolo Omaggio vergognoso (The Economist, 7 gennaio 2010).

Bettino Craxi, un primo ministro decaduto, viene nuovamente riabilitato.

Fuggito dalle mani della giustizia, è il politico caduto in disgrazia, nel modo più totale, nell'ambito della moderna storia d'Italia. Bettino Craxi, due volte primo ministro, morì in Tunisia nel 2000. Si rifugiò là sei anni prima, dopo aver perso la sua immunità parlamentare con l'arresto. Prima di ciò, i dimostranti fuori dall'hotel di lusso da lui utilizzato come sua casa a Roma, lo umiliarono tempestandolo di monete.

Come leader dei socialisti in Italia, dal 1976 al 1993, Craxi fu tra gli orchestratori di un sistema in cui i principali partiti, e i suoi ufficiali, si mantenevano con le bustarelle estorte alle compagnie legate ad appalti pubblici. Il costo di queste tangenti era in pratica aggiunto al prezzo dell'opera, così questo sistema contribuiva al vasto debito pubblico sotto cui gli italiani e i loro governi adesso si affiticano. Quando morì, Craxi fu condannato per un totale di 11 anni per corruzione e finanziamento illecito al partito, e dichiarato colpevole o imputato in altri cinque casi.

I cittadini di Milano, suo luogo natale, potrebbero presto trovare una strada da dedicare in suo onore. Approssimandosi il decimo anniversario della morte (19 gennaio), il sindaco, Letizia Moratti, ha detto agli ufficiali di trovare una strada centrale, piazza o parco da dedicare a Craxi. A Roma il presidente Giorgio Napolitano ha acconsentito di ricevere una delegazione della fondazione Craxi (un gruppo che promuove la sua “eredità culturale e politica”) ed è invitato a presiedere la ceremonia in parlamento.

Riabilitando Craxi si disperderebbero le ombre sul suo protetto politico, il primo ministro, Silvio Berlusconi. Un decreto del governo Craxi nel 1984 assicurava al signor Berlusconi, allora soltanto uomo d'affari, il suo virtuale monopolio sulla televisione privata. Ma, per gli accusatori e i giudici che condannarono Craxi significherebbe anche essere screditati. E tutto questo succede perché Berlusconi vuole introdurre riforme che frenerebbero i poteri della magistratura.

Come Craxi a suo tempo, Berlusconi asserisce che egli è la vittima di una caccia alla steghe condotta da magistrati motivati politicamente. “Gli italiani allora non credevano a Craxi - dice la figlia, Stefania, la quale è un viceministro nell'attuale governo - ma oggi io vedo che essi credono a Berlusconi”.

Links utili
9 gennaio / Aggiornamenti (blog di Piero Ricca)
Una mappa per Bettino Craxi (blog di Claudio Messora)
‘O Sistema non si condanna (blog di Piero Ricca)

Leggi razziali e leggi ad personam (un colpo al cerchio e uno alla botte)



La sicurezza della pena, ma per chi?


Mio caro Diario

A me personalmente non è mai successo che dei giovani rom, o extracomunitari, avessero perpetrato un qualche tipo di delitto nei miei confronti.... Mentre la casistica è lunga per ben altra tipologia di delinquenti: i figli di papà e i figli di troia, insomma, i bravi ragazzi cosiddetti normali e super-tutelati dalla legge... Ultimamente alcuni bravi ragazzi normali (né rom e né extracom) mi hanno sfasciato la porta di casa. Un'altra volta cercavano di circondarmi per farmi la festa, proprio come sanno fare quei bravi ragazzi di branco (hanno desistito per manifesta resistenza, impossibile da penetrare). Ancora un'altra volta hanno sfondato la porta di casa, facendo schizzare via la serrattura che per poco non colpiva mia madre adagiata sul letto, comatosa dal sonno, che ancora non riusciva a capire cosa era successo. E potrei continuare all'infinito... Ecco a voi, dal mio caro diario, quel che mi è capitato Nella notte di Natale del 2009...

Scocca mezzanotte. È nato il redentore. Mi sento molto stanco e ho quasi il raffreddore. Non passa mezz'ora che decido così di andare sottocoperta a riposare un poco le mie ossa stanche e la mia carne decomposta con i tutti i suoi deleteri pensieri. Ma... apri la porta ed è la guerra. Mi sono ritrovato in un campo di battaglia, costretto a lottare per la sopravvivenza. No, non è uno scherzo. È che il mio vicino (che avrei preferito fosse un lontano), festeggiava il Natale a suo modo, deliziandosi con tutta la famiglia, sufficientemente allargata (presumo una ventina di guerriglieri tra bambini-soldato e adulti stronzi), con fuochi d'artificio e petardi a rotta di collo. C'erano munizioni sufficienti per far saltare l'intero isolato. Infine mi hanno fatto saltare soltanto i nervi. Non ho mai visto un tale modo di festeggiare il Natale! Cose dell'altro mondo! È il paganesimo selvaggio e il consumismo più sfrenato! In genere, a Natale (cercavo di riflettere, ma inutilmente), si va in chiesa, a cantare inni sacri natalizi, a pregare, ma non a profanare la resistenza già duramente provata dell'udito altrui. Lì per lì avrei pensato che ci fosse stato qualcuno rimasto al vecchio calendario giuliano e quindi aveva conteggiato la notte tra i 24 e il 25 dicembre come Capodanno. Macché! Alle mie sentite rimostranze, mi fa, con aria da nonchalance e arroganza mafio-intimidatoria: "... e ma che vuoi fare, siamo a Natale". D'accordo, ma l'una di notte!... Ma vi rendete conto! Per farla breve, salutai il mio vicino cordialmente con un caloroso vaffanculo e mi affrettai con la bici ad uscire fuori del centro abitato, preso atto dello sfratto natalizio irrevocabile. Come se non bastasse, un'allegra coppietta di ragazzini si deliziavano ad inseguirmi (figli di papà naturalmente; non penso che il proletariato si dedichi a questo sport). Me ne accorsi del pedinamento quando, con il motorino vennero a cozzare leggermente la ruota posteriore della mia bici. Questi frocetti cercavano insomma di divertirsi a mie spese. Non gli diedi spago e non feci il loro gioco, finendo quasi per avventarmi contro di loro (dato che provocavano), ma vuoi l'età, vuoi che loro erano più e forti e voloci, dotati di un mezzo a propulsione autonoma, che non abbisogna di forza muscolare, ma solo di miscela pagata con i soldi di papà, mi ritrovai così, come disse il poeta, per una selva oscura. Non so se sia una mia paranoia, ma presumo che queste merdine abbiano chiamato rinforzi. Insomma una caccia all'uomo a tutti gli effetti...

Il problema non sono i Rom e gli extracom, ma la paura, instillata dal sistema di propaganda continua, martellante, allarmistica, del potere, facendo vedere i nemici laddove non ci sono. Faccio un esempio. Senza volerli giustificare o deresponsabilizzarli per l'atto di stupida crudeltà da loro commesso, non penso che i giovincelli, a caccia di emozioni forti, che hanno bruciato il povero Navtej Singiy Sidhu, abbiano "agito da soli", ovvero, senza l'ausilio ricevuto degli imput negativi promanati da questo sistema di merda. Credo ci sia un silenzio-assenso, anche se forse non molto strutturato a livello cosciente, nel sistema di propaganda. Questi fa sì che si accettino le illegalità in modo unilaterale. Insomma, la norma va sempre tutelata, anche se commette crimini; viceversa, non vanno tutelati gli a-normali, anzi, vanno condannati, anche se non commettono nessun delitto.
[...] Paura, è la madre della violenza,
mi rende teso guardando il modo in cui si alimenta.
Il solo modo per sapere che lei è là,
è nella sottile fragranza nell'aria.
Diventa difficile respirare,
Diventa difficile credere,
credere in qualsiasi cosa eccetto che nella paura.

(trad. da Mother of violence, Peter Gabriel)
Links utili
Chi ha paura del lupo cattivo?