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giovedì 28 gennaio 2010

La Lega che ci sega (Brandelli d'Italia)



Art 1 della costituzione. L'Italia è un Repubblica demo-critica fondata sulla censura, sugli inciuci, sulla violenza, sul razzismo, sulla corruzione, ... La sovranità appartiene a chi se l'accaparra, esercitandola nei limiti e nelle nelle forme che più gli garba.


RIDONO DI NOI...

EL PAIS

Processati 36 affiliati della Lega Nord per la formazione di una banda armata in Italia

Tra gli accusati di sovversione separatista figurano un deputato e un sindaco

Miguel Mora - Roma - 25/01/2010
[Tradotto da Carlo Giordano da "Procesados 36 afiliados de la Liga Norte por crear una banda armada en Italia"]

Il sindaco di Treviso, Giampaolo Gobbo, il deputato Matteo Bragantini e altri 34 militanti della Lega Nord italiana sono stati citati in giudizio da un magistrato di Verona. Secondo l'accusa, le antiche 36 camice verdi - anteriori alla Guardia Nazionale Padana e alle recentemente legalizzate ronde cittadine - formavano parte di una associazione armata di carattere militare, "un apparato parallelo alle forze armate", il cui obiettivo era ottenere la secessione dall'Italia.

Il processo di questi affiliati, che da 14 anni formavano parte delle camice verdi, era stato rimandato varie volte per cavilli tecnico-giuídici, e inglobava inizialmente i leader della Lega Nord, tra cui gli attuali ministri Umberto Bossi, Roberto Maroni e Roberto Calderoli.
In dicembre, i tre dirigenti del Governo di Silvio Berlusconi, ex eurodeputati e parlamentari, furono alla fine esentati dalle investigazioni a loro carico da parte della magistratura grazie a una risoluzione del Parlamento, che negò al giudice l'autorizzazione a procedere contro di loro, e tramite un giudizio espresso da dalla Corte Costituzionale.

Adesso, gli imputati, in maggior parte lombardi e veneti, ma anche del Piemonte, Friuli e Liguria, rischiano pene che oscillano dai 5 ai 10 anni di carcere. Secondo l'accusa, tra il 1996 e il 1997 la Guardia Nazionale Padana fu "addestrata militarmente con l'obbiettivo di organizzare la resistenza e pianificare un'eventuale secessione del territorio del nord Italia attraverso una organizzazione armata".

Le indagini riguardanti il caso sono state lunghe e agitate. Nel 1996, durante una perquisizione ordinata dalla procura in una sede delle camicie verdi a Milano, Maroni, tentó di mordere la gamba di un poliziotto. Fu condannato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale a otto mesi di prigionia, sebbene nel 2004 il trbunale ne mitigò la pena alla sola multa di 5.000 euro.

Il ministro dell'Agricultura, Luca Zaia, candidato alla presidenza del Veneto nelle elezioni regionali del marzo scorso, è stato molto critico riguardo al verdetto. "La giustizia dovrebbe occuparsi di altre cose e non di fatti successi in tempi lontanissimi. Dobbiamo pensare alla distanza che intercorre tra quello che fanno i giudici e ciò che sperano i cittadini".

Tra gli imputati non figura il polemico eurodeputado Mario Borghezio, che fu condannato due anni fa a cinque mesi di carcere insieme a sette camice verdi per avere incendiato "accidentalmente" un rifugio a Torino dove dormívano alcuni cittadini stranieri. La sopravvivenza dell'ideología violenta e razzista nella Lega Nord è il tema del documentario Camicie verdi, bruciare il tricolore. Lo realizzò nel 2006 il reporter Claudio Lazzaro, e ha subito la censura delle televisioni italiane.

Tradotto da Carlo Giordano da "Procesados 36 afiliados de la Liga Norte por crear una banda armada en Italia" (articolo di Miguel Mora, su El País, 25/01/2010)