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venerdì 26 febbraio 2010

Mills prescritto e i bugiardi che assolvono B. (Daniele Martinelli)



Prescritti, ma non innocenti



A quanto pare Verdini, Cicchitto, Capezzone, Gasparri, esultano per la prescrizione del corrotto David Mills e di conseguenza anche per la prossima prescrizione del corruttore Silvio Berlusconi. Cosa avranno da esultare, si chiede Massimo Donadi e tanti altri... È ovvio che la maggior parte degli italiani sa che Mills non è innocente così come non lo è Berlusconi. Ma la farsa del festeggiamento di una vittoria che non esiste serve ad abbindolare quella parte degli italiani (forse il 20-25%) che di politica non si interessano. Potranno così far credere loro la balla della magistratura che perseguita con ferocia da anni la sua vittima prediletta: Silvio d'Arcore, Santo e Martire.

Ricorda un po' la vittoria di Antonio dopo la battaglia di Azio... le navi della regina Cleopatra dirette verso il porto di Alessandria, addobate ad arte, issanti bandiere e stendardi multicolori ... Festeggiavano quella che in effetti era una disastrosa sconfitta.

Non c'è nulla da esultare. Prescritti non significa affatto innocenti, ovvero, non significa che la bella coppia Mills-Berlusconi non siano l'uno corrotto e l'altro corruttore, in questo processo specifico. Anche altre volte i processi a carico di Silvio Berlusconi sono stati sciolti per avvenuta prescrizione, ma non per il fatto che lui non abbia commesso il fatto. In effetti, l'esultanza di Verdini, Cicchitto, Capezzone, Gasparri, & co, non è altro che l'ennesimo festino imbandito per onorare la loro Signora (Domina) prediletta a cui sono proni e legati a filo doppio per devozione e sudditanza: la Corruzione.

DI TUTTO DI PIU'...

I tiggiunisti fanno veramente vomitare in quanto a deontologia professionale. Ma ci fanno o ci sono? Secondo il vocabolario della lingua italiota con il termine prescrizione s'intende l'"... estinzione di un reato o di una pena per il trascorrere di un determinato periodo di tempo". L'assoluzione invece "... esclude la responsabilità dell’accusato relativamente alle imputazioni mossegli". Sono due cose diverse. Orbene, Mills non è stato assolto, poiché è responsabile dei reati contestatigli, idioti! Il suo processo si è semplicemente estinto per sopravvenuta prescrizione. Un reato prescritto non è un reato non commesso, ma, nel caso specifico di Mills-Berlusconi, è un reato commesso ma non punito o punibile per la causa di cui sopra. E mo' guardatevi sta tele-stronzata di cui sotto...


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Strage del “Francesco Padre”: Sos dalla magistratura a Gianni Lannes

Immagini e testo sono stati prelevati dal sito "Italia Terra Nostra" del giornalista freelance Gianni Lannes

Strage del “Francesco Padre”: Sos dalla magistratura a Gianni Lannes

La Procura della Repubblica di Trani per la strage del motopeschereccio "Francesco Padre" ha chiesto aiuto al giornalista investigativo Gianni Lannes. Il fine potrebbe essere quello di inchiodare sul banco degli imputati gli assassini della Nato e la catena di complici a livello istituzionale, governativo, militare (Stato Maggiore Marina e Difesa) - anche in Italia - che per 16 anni ha insabbiato il caso.

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Immagini e testo sono stati prelevati dal sito "Italia Terra Nostra" del giornalista freelance Gianni Lannes

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La prova delle menzogne

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


David Mills e' prescritto e colpevole. C'e' un corrotto, e quindi anche un corruttore. Questa situazione non aggiunge nulla, o quasi nulla, alla dignita' mai avuta ne dimostrata da un uomo che occupa la Presidenza del Consiglio e che, nella sua carriera politica ed imprenditoriale, ha compiuto questa e ben altre vergognose gesta.

Riporto l'editoriale di Repubblica di oggi di Giuseppe D'Avanzo, che riassume in maniera esaustiva la vicenda ed il significato della condanna all'avvocato inglese David Mills.

Testo dell'editoriale

David Mills è stato corrotto. È quel che conta anche se la manipolazione delle norme sulla prescrizione, che Berlusconi si è affatturato a partita in corso, lo salva dalla condanna e lo obbliga soltanto a risarcire il danno per il pregiudizio arrecato all'immagine dello Stato. Questa è la sentenza delle Sezioni unite della Cassazione. Per comprenderla bisogna sapere che la corruzione è un reato "a concorso necessario": se Mills è corrotto, il presidente del Consiglio è il corruttore.

Per apprezzare la decisione, si deve ricordare che cosa ha detto, nel corso del tempo, Silvio Berlusconi di David Mills e di All Iberian, l'arcipelago di società off-shore creato dall'avvocato inglese. "Ho dichiarato pubblicamente, nella mia qualità di leader politico responsabile quindi di fronte agli elettori, che di questa All Iberian non conosco neppure l'esistenza. Sfido chiunque a dimostrare il contrario" (Ansa, 23 novembre 1999). "Non conosco David Mills, lo giuro sui miei cinque figli. Se fosse vero, mi ritirerei dalla vita politica, lascerei l'Italia" (Ansa, 20 giugno 2008). Bisogna cominciare dalle parole - e dagli impegni pubblici - del capo del governo per intendere il significato della sentenza della Cassazione.

Perché l'interesse pubblico della decisione non è soltanto nella forma giuridica che qualifica gli atti, ma nei fatti che convalida; nella responsabilità che svela; nell'obbligo che oggi incombe sul presidente del Consiglio, se fosse un uomo che tiene fede alle sue promesse.

Dunque, Berlusconi ha conosciuto Mills e, come il processo ha dimostrato e la Cassazione ha confermato (il fatto sussiste e il reato c'è stato), All Iberian è stata sempre nella sua disponibilità. Sono i due punti fermi e fattuali della sentenza (altro è l'aspetto formale, come si è detto). Da oggi, quindi, il capitolo più importante della storia del presidente del consiglio lo si può raccontare così. Con il coinvolgimento "diretto e personale" del Cavaliere, David Mills dà vita alle "64 società estere offshore del group B very discreet della Fininvest". Le gestisce per conto e nell'interesse di Berlusconi e, in due occasioni (processi a Craxi e alle "fiamme gialle" corrotte), Mills mente in aula per tener lontano il Cavaliere da quella galassia di cui l'avvocato inglese si attribuisce la paternità ricevendone in cambio "somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali" che lo ricompensano della testimonianza truccata.

Questa conclusione rivela fatti decisivi: chi è Berlusconi; quali sono i suoi metodi; che cosa è stato nascosto dalla testimonianza alterata dell'avvocato inglese. Si comprende definitivamente come è nato, e con quali pratiche, l'impero del Biscione; con quali menzogne Berlusconi ha avvelenato il Paese.

Torniamo agli eventi che oggi la Cassazione autentica. Le società offshore che per brevità chiamiamo All Iberian sono state uno strumento voluto e adoperato dal Cavaliere, il canale oscuro del suo successo e della sua avventura imprenditoriale. Anche qui bisogna rianimare qualche ricordo. Lungo i sentieri del "group B very discreet della Fininvest" transitano quasi mille miliardi di lire di fondi neri; i 21 miliardi che ricompensano Bettino Craxi per l'approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi (trasformati in Cct) destinati non si sa a chi mentre, in parlamento, è in discussione la legge Mammì. In quelle società è occultata la proprietà abusiva di Tele+ (viola le norme antitrust italiane, per nasconderla furono corrotte le "fiamme gialle"); il controllo illegale dell'86 per cento di Telecinco (in disprezzo delle leggi spagnole); l'acquisto fittizio di azioni per conto del tycoon Leo Kirch contrario alle leggi antitrust tedesche. Da quelle società si muovono le risorse destinate poi da Cesare Previti alla corruzione dei giudici di Roma (assicurano al Cavaliere il controllo della Mondadori); gli acquisti di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di mercato, favoriscono le scalate a Standa e Rinascente. Dunque, l'atto conclusivo del processo Mills documenta che, al fondo della fortuna del premier, ci sono evasione fiscale e bilanci taroccati, c'è la corruzione della politica, delle burocrazie della sicurezza, di giudici e testimoni; la manipolazione delle leggi che regolano il mercato e il risparmio in Italia e in Europa.

La sentenza conferma non solo che Berlusconi è stato il corruttore di Mills, ma che la sua imprenditorialità, l'efficienza, la mitologia dell'homo faber, l'intero corpo mistico dell'ideologia berlusconiana ha il suo fondamento nel malaffare, nell'illegalità, nel pozzo nero della corruzione della Prima Repubblica, di cui egli è il figlio più longevo.

E' la connessione con il peggiore passato della nostra storia recente che, durante gli interminabili dibattimenti del processo Mills, il capo del governo deve recidere. La radice del suo magnificato talento non può allungarsi in quel fondo fangoso perché, nell'ideologia del premier, è il suo trionfo personale che gli assegna il diritto di governare il Paese. Le sue ricchezze sono la garanzia del patto con gli elettori e dell'infallibilità della sua politica; il canone ineliminabile della "società dell'incanto" che lo beatifica. Per scavare un solco tra sé e il suo passato e farsi alfiere credibile e antipolitico del nuovo, deve allontanare da sé l'ombra di quell'avvocato inglese, il peso di All Iberian. È la scommessa che Berlusconi decide di giocare in pubblico. Così intreccia in un unico nodo il suo futuro di leader politico, responsabile di fronte agli elettori, e il suo passato di imprenditore di successo. Se quel passato risulta opaco perché legato a All Iberian, di cui non conosce l'esistenza, o di David Mills, che non ha mai incontrato, egli è disposto a lasciare la politica e addirittura il Paese. Oggi dovrebbe farlo davvero perché la decisione della Cassazione conferma che ha corrotto Mills (lo conosceva) per nascondere il dominio diretto su quella macchina d'illegalità e abusi che è stata All Iberian (la governava). Il capo del governo non lo farà, naturalmente, aggrappandosi come un naufrago al legno della prescrizione che egli stesso si è approvato. Non lascerà l'Italia, ma l'affliggerà con nuove leggi ad personam (processo breve, legittimo impedimento), utili forse a metterlo al sicuro da una sentenza, ma non dal giudizio degli italiani che da oggi potranno giudicarlo corruttore, bugiardo, spergiuro anche quando fa voto della "testa dei suoi figli".

Video e testo sono stati prelevati dal blog dell'onorevole Antonio Di Pietro www.antoniodipietro.com/...


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Nunzio vobis maestitiam magnam: hanno prescritto n'antra vorta er Papi



"Non sembra essere in dubbio che il reato corruttivo è avvenuto con la comunicazione da parte di emissari di Bernasconi nei confronti di Mills della disponibilità della somma" (Gianfranco Ciani, sostituto procuratore generale) 1.


Accidenti a li quattrini! Se non ci'hai sordi finisci 'n galera solo per ave' rubbato na gallina.

Prescritto non vuol dire innocente. La colpevolezza resta.
"La prescrizione non è un'assoluzione, ma un proscioglimento tecnico per motivi solamente procedurali: l'avvocato inglese David Mills, dunque, è colpevole di essersi fatto corrompere con 600 mila dollari per favorire l'imputato Berlusconi in due processi (tangenti alla Guardia di Finanza; fondi neri Fininvest - All Iberian), ma non può più essere punito, perché ha incassato la tangente più di dieci anni fa. Della condanna di primo grado, che era stata confermata anche in appello, resta valido solo il risarcimento civilistico del danno morale (che non cade in prescrizione): Mills dovrà versare 250 mila euro allo Stato italiano, che per legge, paradossalmente, è rappresentato nel processo dalla presidenza del consiglio dei ministri". (Paolo Biondani su L'Espresso2)

RIDONO DI NOI...

EL PAÍS

La Cassazione dichiara prescritto il 'caso Mills'

Articolo originale "El Supremo italiano declara prescrito el 'caso Mills'" di Miguel Mora, Roma, 26/02/2010 (tradotto da Carlo Giordano)

La corte suprema italiana ha annullata ieri la condanna per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills per avvenuta prescrizione del reato. L'avvocato britannico era stato considerato colpevole nelle due prime istanze giudiziarie e condannato a quattro anni e mezzo di carcere per avere incassato 600.000 dollari (450.000 euro) da Silvio Berlusconi per favoreggiamneto in due processi celebrati negli anni novanta.

Secondo la Corte Suprema, Mills commise il reato, vale a dire, mentì nelle sue dichiarazioni riscuotendo successivamente per questo una bustarella di Berlusconi, ma il reato di corruzione in atti giudiziari si consumò l'11 novembre del 1999 e non nel febbraio del 2000, come sostenuto nelle precedenti sentenze, per cui essendo trascorsi ormai 10 anni, la legge, per tale lasso di tempo, considera estinto il reato.

Per la corte, la data esatta dell'avvenuta corruzione si produsse nel momento in cui gli emissari di Carlo Bernasconi (dirigente di Fininvest, ormai deceduto) comunicarono a Mills di avergli depositato in un fondo i 600.000 dollari in azioni, e non quando l'avvocato dispose finalmente del denaro sul suo conto personale.

La salomonica sentenza sottintende una vittoria di Pirro sia per l'avvocato che per il primo ministro, poiché si considera comunque provato che costui corruppe Mills, creatore dell'intelaiatura di compagnie off shore della Fininvest.

Conseguenze per Berlusconi

Il processo aperto contro Berlusconi sortirà adesso probabilmente senza nessun effetto. La causa contro il primo ministro, per lo stesso reato imputato a Mills, fu separata da questa dopo l'approvazione, l'anno scorso, della legge sull'immunità che impediva di processare le alte cariche dello stato e che alla fine venne dichiarata incostituzionale.

Sebbene il processo a Berlusconi fosse stato sospeso nel corso di un anno, la prescrizione arriverebbe tuttavia nel novembre prossimo venturo, secondo la tesi della Corte Suprema, il che lascia soltanto alcuni mesi prima che si arrivi a una sentenza definitiva. Berlusconi si libererà così, come in altre occasioni in passato, dalla possibilità di esser condannato grazie alla prescrizione.

Durante l'udienza, il procuratore generale della Corte Suprema, Gianfranco Ciani, sottolineò l'assenza di motivazioni atti ad assolvere Mills dal reato contestato in base al "contenuto" dei fatti provati. Per questo, ironicamente, la Corte Suprema lo condanna a indennizzare con 250.000 euro il Governo "per avere pregiudicato l'immagine della giustizia italiana".

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